sabato 25 settembre 2010

Cronache dell'Apocalisse: Un pomeriggio al Campania


No, non è un refuso, avete letto bene. Attualmente sono in Campania, ma oggi pomeriggio sono stato al Campania.
Il Campania è il centro commerciale più grande d'Europa. Cioè, dovreste vederlo da fuori, ha da solo più parcheggi di tutta Terni (non che ci voglia tanto). Dentro è tanto bello, tanto pulito, con i vialoni, le piazze, le scale mobili e le vetrate grandi grandi che fanno entrare la luce del sole.
Dice Saviano che l'ha costruito la camorra, ma, ehy, chi sono io per giudicare?
Appena entri ci sono delle belle mappe per non perdersi (impossibile non perdersi là dentro: se non avessero inventato i cellulari quel posto sarebbe la prima causa di quel flagello chiamato abbandono di minori).
Ecco, guardare quella mappa è un'esperienza antropologica. Ci sono indicati con i loro bei numeretti colorati, ordinati diligentemente secondo il genere, tutti i negozi che stanno là dentro.
Ce ne stanno tanti.
Ora, non sono un maniaco delle cifre, ma facciamo finta che me li ricordi tutti e snoccioliamo un pò di numeri. Su 100 negozi, 40 saranno di abbigliamento, 20 di ciaffi vari (dicesi ciaffo: oggetto che compri senza averne alcun bisogno, come il quadretto tutto colorato che poi non hai manco una parete libera dove appenderlo), 10 di tecnologia-videogiochi, 10 bar-pizzerie al taglio-fast food, 10 di scarpe, 9 di giocattoli e 1 dicesi 1 libreria.
Che poi è una libreria Mondadori, e sappiamo di chi è la Mondadori.
Che poi dentro vende: ciaffi, videogiochi-tecnologia, dischi, film. Ah, e pure libri.

Ecco di cosa ha bisogno l'umanità!
Di un sacco di vestiti, innanzitutto. Non ci credereste di quanti vestiti abbiamo bisogno. Vestiti larghi, stretti, eleganti, causal, sportivi, bucati,scoloriti, già spiegazzati (ebbene sì! basta con le noiose sessioni di stiraggio, donne! lo spiegazzato va di moda!), trasparenti, a vita bassa, a vita alta, a zampa dell'elefante, fascianti, dimagrenti, ingrandisci-tette, evidenzia-bicipiti, cadenti, aderenti! Ce n'è per tutte le esigenze. Voi non avete mai avuto l'esigenza di comprare un vestito spiegazzato?
Poi, i ciaffi. Come vivere senza ciaffi? In fondo solo gli animali non comprano ciaffi. Il ciaffo è l'espressione dell'umanità, è gridare al muto e grigio cielo IO SONO, FORTISSIMAMENTE SONO, e poichè non mi piego alle cieche necessità della legge universale, mi compro un ciaffo! Poichè è il ciaffo che mi rende unico, individuo che si staglia contro la massa informe!
Sui negozi di tecnologia soprassederei. Quella ci serve. L'Enel ringrazia.
E le pizzerie? Non mi sogno assolutamente di contestare l'atavico bisogno umano di mangiare. E perchè non mangiarsi una bella pizzona al formaggio filante alle 5 del pomeriggio? Alle 5 del pomeriggio uno ha fame. E se ingrassa, che problema c'è? Nei negozi di vestiti c'è roba di tutte le taglie.
Di giocattoli, c'è sempre bisogno. Si può forse vietare ai nostri pargoli di togliersi dalle palle quei dieci minuti (ovvero la vita media arrotondata per eccesso dell'interesse che un giocattolo nuovo è in grado di suscitare nel pargolo)? La funzione di quei giocattoli consiste nell'essere scartati. Toglierli dalla carta per un bambino equivale a schiacciare un brufolo per una moglie: un godimento totale. Quello che c'era nella carta, poi, fa la stessa fine del pus: presto o tardi finisce nello scarico del cesso.

Ecco, questo è ciò di cui l'umanità ha bisogno, sintetizzato nella mappa all'ingresso del Campania. L'unica cosa che manca lì dentro è il benzinaio per riempire il serbatoio della macchina che abbiamo preso per arrivarci, visto che è talmente in culonia che manco il Tom Tom ci si raccapezza (il nome poi non aiuta: prova a scrivere "Campania" quando sei a Napoli, quello ti risponde come Megan Gale, "è tutto intorno a te").

Comunque, per vendetta mi sono comprato solo un libro: zio Dostoevskij, "umiliati e offesi". Nomen Omen.

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