venerdì 22 aprile 2011

Di cosa son fatte le cose come le case (e gli uomini)


AVVERTENZA: Questo post è iscritto alla Libera Associazione Mentale, sottosezione Cazzeggio Fine a Sè Stesso. C'è tutta una scienza sulle Libere Associazioni, di solito serve a mettere l'etichetta "Matto D.O.C." a chi la merita. Visto che si parla di Mattoni, oltre che di matti, il titolo mi sembrava d'obbligo.

PREMESSA: Ultimamente sono andato in fissa con una serie di pamphlet scritti da Massimo Fini ("Sudditi", "Il vizio Oscuro dell'Occidente", "La Ragione aveva torto?" edizioni Marsilio) in cui il giornalista scrittore pro-talebani tenta di convincerci, nemmeno troppo a torto (ad esempio quando fa notare che un tempo era considerato perfettamente assurdo che delle persone ne paghino altre per farsi comandare a bacchetta), che ci siamo fottuti la vita con le nostre stesse mani. Questo fotti-fotti però non lo chiamiamo bunga-bunga, no, ma democrazia. E va bene. Ad un certo punto il carissimo Fini filosofeggia un pochino azzardando l'idea che l'uomo sia fatto assieme di Natura e Cultura, che l'homo democraticus sia in pratica uno squilibrato culturale, nel senso che di Natura non gli è rimasto niente, è rimasto solo Cultura. E questo è male.
Io che sono un insegnante dovrei offendermi, se non fosse per quello che mi sta capitando.

SVOLGIMENTO: Io non so quanti di voi hanno mai affrontato, nella vita, la ristrutturazione di casa propria. Magari voi superscafati cambiate l'ordine delle stanze ad ogni solstizio: se così fosse, scrivete in alto a destra del browser "Jenna Haze" e dedicatevi a siti più appaganti. Io invece è la prima volta, e se ci aggiungete che per motivi che non sto a dirvi abbiamo dovuto sbaraccare tutta casa in tre giorni tre, con me malato di bronchite e mia moglie di tendinite, potrete capire il trauma che sto attraversando.
Io avevo una casetta di 63 mq circa. Non viviamo nell'opulenza, siamo in tre di cui una che vale mezzo (ma che ha più giocattoli e vestiti dell'Imperatore della favola).
Io non avevo idea di quanta cazzo di roba ci fosse dentro quei 63 mq. Cioè, la roba che hai ti pare niente finchè te ne stai seduto sul divano a guardare la TV. Non è roba, è sfondo. Ricomincia a diventare roba quando la devi sollevare e portare per le scale senza ascensore. Allora ti rendi conto che ha un peso, una densità, dei fottuti spigoli, e soprattutto capisci che porca puttana, non ti serve. La roba in casa ci entra una alla volta e manco te ne accorgi, ma esce tutta insieme, e allora sono cazzi.
E ripenso a Massimo Fini. La Cultura ti dice che tutti quei bei libri sugli scaffali nutrono il tuo cervello. Finchè restano sugli scaffali. Quando poi li devi sollevare torni alla Natura, perchè sudi, sbuffi, e ti rendi conto che sei un flaccido mollaccione senza un filo di muscoli. Se fossi una gazzella, sarei il sogno di ogni leone.

Poi sono arrivati i muratori che mi han buttato giù casa. E mi sono accorto improvvisamente che io casa mia manco la vedevo. Era un contenitore di me stesso e della mia roba, punto. Come le casette con tre linee in croce che disegna mia figlia. Come le scatole dei regali di Natale. E i muratori mi hanno mostrato che è fatta di un fottio di roba (pesante). Mattoni, masselli, tegole, intonaco, fili, tubi, polvere. Niente mattoncini Lego.
Le case son cose che non crescono da sole. Qualcuno le ha tirate su sputando sangue, e per tirarle giù se ne sputa altrettanto.
Quindi, le città in cui viviamo grondano sangue. Le strade su cui camminiamo grondano sangue. Pure le fogne dove scarichiamo la nostra cacca grondano sangue. Ogni singolo sputo di mattone meriterebbe un gran rispetto.

Ora direte voi, e te ne sei accorto ora? Sì, me ne sono accorto ora, e con questo? Stai dicendo a me? Stai parlando con me? Ero in overdose di Cultura. Ora sono nella fase della disintossicazione in cui il drogato si rende conto del problema che ha (si chiama "fase della consapevolezza"). E lo scrivo sul blog: ma non come lo scrivevo prima. Prima me ne fottevo, ora invece penso che pure il mio blog gronda sangue sotto forma di codice html.

CONTRAPPASSO: La mia nuova consapevolezza di sguazzare nel sangue altrui mi aveva un zinzino depresso. Poi l'altro pomeriggio ho portato figlia e nipote a prendere la ricotta da un contadino che sta ad un chilometro da casa mia. Mentre guardavo la fattora che rimescolava il latte bollente dentro al pentolone di rame, rendendomi conto che pure la ricotta gronda sangue, ero ad un passo dal regalare tutto quello che possiedo ai poveri (che me l'avrebbero tirato appresso) e darmi all'eremitaggio, quando la Cultura ha fatto capolino lì, in quel posto dimenticato da Kant, dove Hegel è soltanto un colpo di tosse malriuscito. La fattora, finito il rimescolamento, ha fatto tre volte il segno della croce sul latte utilizzando il mestolone di legno.
Se non è Cultura questa! Dopotutto non sono poi così inutile. Devo solo capire che cos'è che gronda anche del mio sangue, e poi posso tornare a vivere felice.

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