lunedì 24 settembre 2012

ApoGeo: perchè le zanzare sono il demonio

Partiamo da un presupposto:
le zanzare sono la prova della non esistenza di un Dio benevolo nei confronti dell'uomo.
Le zanzare sono degli animali inutilmente sadici ed i nemici naturali dell'uomo. Ragionateci sopra.
Metti pure che esista un qualche motivo per cui questa bestia debba succhiarti il sangue: perchè deve lasciarti il pizzico? A che serve il pizzico di zanzara? Serve solo a romperti i coglioni. Lei è soddisfatta, s'è presa il sangue, che se me lo chiedesse glielo darei: figurati, ne ho tanto. Ma no, lei senza alcuna motivazione deve lasciarti il pizzico!
E perchè devono pizzicarti soprattutto di notte, quando cerchi di dormire dopo una giornata al lavoro? Vieni di giorno. Diamoci un appuntamento, io sono un tipo disponibile. Nel pomeriggio, dopo la pennica.
E che senso ha che producano quel ronzio fastidioso? Se pure devi venire di notte, non puoi farlo senza svegliarmi, brutta puttana?

Come dici, Mufasa? Fanno parte anche loro del grande circolo della vita, nutrendo animali in estinzione come i pipistrelli?
Ma lo sapete quante zanzare mangia un pipistrello a notte? Circa 10.000. Caro Mufasa, la zanzara non ti sazia. Sarebbe come se a mia figlia, a colazione, le spargessi 10.000 Choco-Pops per l'isolato e le dicessi "trovali e mangiali, e tutto in tempo per la scuola". Parli bene tu che ti mangi uno gnu di 400 chili e stai a posto per una settimana. Diamo al pipistrello uan coscia di pollo, vedi come lo fai felice.
(Evidentemente Dio non è benevolo nemmeno con i pipistrelli).

Insomma, o Dio è una zanzara, oppure semplicemente ce l'ha con noi.
La lotta tra l'uomo e la zanzara dura da millenni ed è impari.

Per dire, ecco la zanzara-tigre:






Ed ecco l'uomo-tigre:






Il secondo combatte sputando sangue per proteggere gli orfanelli.
La prima li punge.




Poi sono arrivati i cinesi e hanno inventato questa:

La racchetta ammazza-zanzare, che ha pareggiato il conto con Dio. E' un affare che accumula tra le sue insidiose spire una piccola carica elettrica, sufficiente a annichilire l'odioso insetto. Basta agitarla come Jenny la tennista finchè non senti l'orgasmico "bzzzzz".
Basta con gli inutili zampironi che ti appuzziscono la stanza e ti incancrenano i polmoni.
Basta con le luci elettriche che uccidono tutti gli insetti e pure le fatine dei dentini (ecco perchè non si trova più un soldo sotto il cuscino, bambini!)
Basta con le zanzare!
Grazie, Dio, per aver inventato i cinesi.

E così da qualche notte a questa parte le zanzare fanno "bzzz" ed io mi sento soddisfatto.
Ma poi ci sono le mosche. Le mosche fanno più resistenza, ma basta un pò di tenacia e anche loro cadono col loro bel "bzzzz".

Ma il potere corrompe.
Da quando possiedo questo coso non riesco a resistere alla tentazione di annichilire tutto quel che vola ed ha più di due zampe.
Il piacere di sentire quel "bzzz" è irresistibile.
Come dice Marc Renton:

"immaginate il vostro miglior orgasmo. Moltiplicatelo centomila volte. Non ci andrete nemmeno vicino."

E così sono diventato un assassino. Un Drogato di morte. Uccido gratuitamente creature che non mi hanno fatto niente.

Maledette zanzare.

martedì 17 luglio 2012

Manuale del buon pendolare


"La vita del pendolare è (appunto) un pendolo che oscilla costantemente tra le multe ed i ritardi"
(Arthur Schopenhauer)

Quando mi hanno chiamato per fare il commissario esterno, io non volevo andarci. Ero appena uscito da un anno di pendolarismo: e sì, ora ero disoccupato. Sì, stava per nascere il secondo figlio. Sì, mia moglie già non sopportava più di tenermi in casa. Ma io non dovevo entrare più dentro un treno tutte le mattine.
Poi però mi hanno schiaffeggiato con delle banconote da 300 euro, e lì per lì non mi sono reso conto dell'inghippo, così ho accettato. E rieccomi qua sul treno del progresso.

Quello che segue è il racconto della lotta kafkiana di un uomo contro il folle ingranaggio scassato che si chiama Trenitalia. Che in questa prima puntata richiede una piccola premessa.
Dovete sapere infatti che Orte è un crocevia fondamentale nell'architettura ferroviaria italiana. Se tu sei uno spacciatore che vuole portare la droga dalla costa adriatica a quella tirrenica con il treno, devi passare per forza per Orte.
La stazione di Orte è dunque tutto un via vai di delinquenti. Magari vedi una madre di famiglia con otto figli dietro e pensi: "poveretta". Invece no! Tre o quattro di quei figli potrebbero avere su per il culo degli ovetti Kinder pieni di cocaina.
Si capisce che a Orte c'è bisogno di centinaia di poliziotti: contanto che la popolazione è di 8.700 abitanti circa, si capisce che l'indotto del business della droga scorre potente, in Orte.
Si capisce anche che la vita del poliziotto di Orte non deve essere semplice. Provate voi a fare un'ispezione anale a dei bambini senza beccarvi una denuncia per molestie.
Così devono andare a naso. Probabilmente i poliziotti ortani vengono istruiti con un bel manuale di Frenologia per imparare a riconoscere il delinquente mediante pochi semplici attributi.
Ora, poche settimane a fare l'insegnante di sostegno in un istituto professionale vi insegnano che l'aspetto non è importante quanto la prontezza di riflessi. Così, se il primo giorno mettevate la giacca ed i pantaloni buoni, il secondo portate la polo e dal terzo in poi non vi fate più la barba e vi mettete la tuta.

Se questo abbigliamento è funzionale al mestiere di insegnante di sostegno in un istituto professionale, NON è funzionale al mestiere di pendolare che passa per Orte.

La prima volta che vi chiederanno i documenti, mentre siete comodamente seduti sulla panca a fare la Settimana Enigmistica, crederete che dipenda da qualche eccezionale misura di sicurezza dovuta al sospetto che il figlio di Bin Laden stia andando a Roma a vedere la partita.
La seconda volta che vi chiederanno i documenti, potreste iniziare a fare qualche domanda innocente. Ad esempio "ma perchè mi chiedete i documenti"?
"Eh, per fare i controlli".
"Ma assomiglio a qualche criminale in particolare?"
(risata) "No no. E' il nostro mestiere".
"Capisco" (e sono sincero) "ma io non chiedo il perchè facciate i controlli. Io chiedo perchè li facciate a ME tra tanta gente".
"Beh" (imbarazzo) "è la pelle scura (dicesi abbronzatura da pendolare), la barba (dicesi avversione alle lamette), poi qui c'è scritto che sei nato a Napoli... (puntini di sospensione eloquentissimi)".

Da che ora sono un esperto del manuale di Frenoligia Criminale del dottor Lombroso, sulle cui idee fu fondato il Ku Klux Klan.

Questa (non tanto piccola) premessa per spiegare la prima lezione che un pendolare impara a proprie spese:
- Fatti quella cazzo di barba.

Quindi se vi fate la barba, siete nati a Bolzano e siete albini avete una ragionevole probabilità di arrivare ad una dignitosa pensione da narcotrafficante.

Ora, torniamo al nostro racconto di una giornata.
La sera prima, mentre svuotavo i calzoni sporchi di tutto il bigliettame vecchio, mi capita di trovare un biglietto Orte-Terni regolarmente pagato ma non timbrato. Dico: "Olè, lo uso domattina per la tratta Terni-Orte; già una volta l'ho fatto e non mi hanno detto niente. Tanto il prezzo è uguale, la tratta è uguale. E' logico usarlo".
Così, il mattino dopo, ore 6, prendo il mio bel treno logico, armato del mio logico biglietto logicamente timbrato. Sono logicamente tranquillo anche quando vedo la Mastina, famigerato controllore (termine che non a caso non ha il femminile) del treno delle 6 del mattino che è (logicamente) incazzata di natura. Leggendaria è quella volta che fece fare 40 minuti di ritardo al treno per aspettare che la polizia venisse a prendere quel maledetto zingaro senza biglietto.

Le porgo il mio biglietto con aria logica. Lei è lì lì per vidimarlo, quando, preso da un folle istinto di onestà, le faccio notare che la tratta è quella Orte-Terni, "ma tanto è lo stesso, no?"
"No". Non è il fottuto stesso. Sono un abusivo. Un ladro. Un criminale. Le pare forse che questa sia la tratta Orte-Terni? Che c'è scritto qua, eh, eh? E questa che tratta è? Eh? Eh? Si becca una multa di 90 euro.
Paga subito?

Protesto vibratamente. La totalità dei passeggeri prende le mie parti (la lobby dei pendolari è molto compatta, tranne quando si tratta di prendere il posto a sedere). Il Mastino mi viene incontro: le faccio io il biglietto. Ah grazie. Eh no, il biglietto sopra il treno costa 30 euro. Le faccio un favore, ne risparmia ben 60.

Su un cazzo di biglietto da 2,80 euro.
Se fossi stato zitto, il Mastino avrebbe azzannato qualcun altro. Dietro di me c'è un tipo che chiaramente non ha il biglietto (si riconoscono dal fatto che ogni volta che si apre la porta del vagone scattano in piedi simulando un attacco di diarrea).
Ma tutti sanno che il Mastino sceglie la sua vittima e non la molla. Colpiscine uno per educarne cento, deve avergli detto il suo maestro delle elementari, Adolf Hitler.

Alla fine ho sganciato i 30 euro. Per mantenere la dignità mi sono fatto scrivere sul biglietto Orte-Terni che il timbro non era valido, così da poterlo utilizzare al ritorno. Il Mastino mi ha concesso l'onore delle armi, anche se era chiaramente delusa per non aver potuto vedermi in manette.
Quando mi ha mollato, al tizio dietro di me è tornata la diarrea.

Così ho imparato la mia seconda lezione:
- Chiudi quella cazzo di bocca

(fine prima parte)

martedì 27 marzo 2012

Non tutto è perduto

Questo post è stato scritto alle 4 del mattino.
Dovrebbe spiegare perchè ultimamente non postiamo niente.
Ma il Grande Inquisitore non può morire.

Non è morto ciò che può vivere in eterno
e in strani eoni anche la morte può morire.
Però se ti svegli tutti i giorni alle 4 del mattino
poi non è che puoi pretendere, eh.

Torneremo presto.

sabato 3 marzo 2012

Isy&Me: Mogpuff


Eccoci alla nuova puntata di Isy&Me, ovvero, come schiavizzare i player facendogli credere che gli stai facendo un onore.
In questa puntata abbiamo chiesto a Mogpuff di raccontarci il suo rapporto con Isylea. Lui si è precipitato a scrivere questo pezzo: dopodichè sarà bannato, perchè lo sanno tutti che i goblin non sanno scrivere.

Fin dall'inizio ho avuto un rapporto di odio-amore con Isylea: alterno momenti di entusiasmo con altri in cui cerco di liberarme senza riuscirci, a parte brevi periodi. Ho provato tante volte a sostituirla con qualcos’altro, ma non c’è nulla in grado di sopperire. Non è una droga, ma risponde ad un mio bisogno primario, quello di immaginare, di fantasticare, di vagabondare nei territori dell’irreale. I vari altri giochi di ruolo online che ho provato e a cui giochicchio ogni tanto, a confronto mi sembrano inconsistenti e piatti. Il fatto è che Isylea è complessa,con tante sfaccettature, elementi, fattori che si combinano tra loro in modo da formare un mondo vivo e pulsante. A differenza delle altre realtà GdR online italiane, il BG ha il pregio di non essere un accozzaglia di archetipi fantasy assemblati alla buona: Dingwath & company infatti hanno sicuramente il merito di essere riusciti a farne qualcosa di coerente e credibile, e inoltre di aver rivisitato gran parte delle figure fantasy classiche rendendole in parte originali e inedite, e tutte interconnesse tra loro. Tutto questo, e il fatto che le trame e le connessioni del BG non sono pubbliche, ma vanno scoperte pian piano nel gioco, mi rende molto difficile abbandonarlo, anche se a volte vorrei proprio farlo. Perché? Penso che il punto di forza di Isylea sia anche il suo punto di debolezza. E’ un gioco in cui si vede fortissima la passione che i suoi autori hanno messo nel realizzarla. Senza questaa passione, Isylea non esisterebbe o quantomeno sarebbe molto più brutta. Di conseguenza, deve necessariamente piacere in primo luogo a loro, ai suoi amministratori, che ne sono comprensibilmente gli" utilizzatori finali”: il "target" di loro stessi; noi giocatori invece siamo solo dei comprimari non indispensabili. I BG delle razze giocanti, anche se belli e curati, spesso mi sembra che non tengano conto dell’user experience. La bellezza e la coerenza spesso non sono sinonimo di giocabilità e di piacevolezza per i fruitori del gioco, o almeno non necessariamente. Per questo, non poche volte Isylea risulta frustrante o noiosa, a differenza di giochi commerciali in cui la godibilità del gioco è tutto, o dovrebbe esserlo, visto che sono gli utenti a pagare lo stipendio degli sviluppatori. La complessità del mondo e la molteplicità degli attori inoltre, rende la gestione molto difficile per il povero staff. Dal mio punto di vista questo appare molto chiaro: appartenendo alla razza che congiunge bene o male tutte le comunità del gioco, spesso ho provato a creare trame di gioco non previste da loro, che ci si sono trovati spiazzati, finendo per non riconoscerle e quindi non supportarle, o per intervenire in malo modo, rovinandole. Una volta Seavel ha scritto “pretendete ben oltre quanto vi si possa concedere (e nella massima buona volontà e buona fede, semplicemente perché non viviamo per accontentare voi).”, ma secondo me non siamo noi a pretendere, è la profondità e la varietà del gioco che richiedono moltissimo impegno per poterlo gestire adeguatamente: è il gioco stesso a fissare uno standard alto.

Ora basta, ma devo assolutamente concludere con la parte delle interviste di Apo che mi piaceva di più: i giudizi sulle razze!

Goblin!
Difficilmente potrei giocare un'altra razza, per il semplice motivo che giocandola mi ritrovo spessissimo a ridere (e non sono l’unico a cui succede). E' comunissimo per un goblin trovarsi o creare situazioni comiche e divertenti, con chiunque. Inoltre è la razza che più di tutte secondo me consente di apprezzare la complessità di cui parlavo prima, ovviamente se si ha la pazienza di esplorare a fondo e di voler conoscere tutte le realtà del gioco. Oltre a questo, il privilegio più grande che abbiamo è poter decidere con chi giocare e con chi no. Chi non ci incontra molto spesso, dovrebbe iniziare a chiedersi cosa lui potrebbe fare per i goblin, invece di preoccuparsi di cosa i goblin potrebbero fare per lui!
Purtroppo anche se molto divertente e libero, è un gioco che rischia col tempo di diventare ripetitivo e inconcludente perché, come dicevo sopra, a mio avviso al momento della stesura del BG non si è tenuto abbastanza conto delle esigenze di chi avrebbe poi dovuto giocarlo. Non ci sono carriere e percorsi di crescita predefiniti come per le altre razze, ogni giocatore deve industriarsi a ritagliarsi un proprio ruolo da coltivare e un proprio spazio da difendere, e non tutti, anzi devo dire ben pochi, ne sono capaci o ne hanno voglia.

Umani!
Penso che tendano a diventare facilmente banali e prevedibili. Bisogna essere molto bravi per rendere il proprio personaggio umano interessante e caratterizzato. A parte questo, l’impressione che mi fanno è che gran parte di loro viva in una specie di microcosmo paesano (anche Khenam alla fine è un paese), tutto beghe e lotte di potere, tutto racchiuso nelle mura della propria città, inconsapevoli dell’immensità del mondo che li circonda e delle tante possibilità che offre.

Dryma!
Secondo me sono la razza meglio riuscita, e non a caso sono dilagati e hanno invaso due terzi del continente. E’ una razza adatta sia a beceri pwp che ad ottimi interpreti, non hanno grossi problemi di giocabilità e hanno personaggi che potenzialmente possono dare grandi soddisfazioni. Questo non significa che sia sempre un piacere giocare con loro, bisogna saper scegliere con chi farlo, come e quando. Secondo me andrebbe forse posto un qualche limite ON alla loro forza distruttiva, perchè a volte il loro gioco non porta ad altro che allo spezzare le gambe ogni 3 giorni agli stessi inermi pescatori o al bruciare qualsiasi nave che trovino in giro.

Elfi!
Storicamente mi pare sia stata una razza piuttosto problematica, divisa in fazioni litigiose, con un BG molto bello ma anche in questo caso poco orientato ai bisogni dei giocatori. Hanno delle meccaniche spettacolari, che tutte le altre razze si sognano. Interagirci può essere, salvo eccezioni, difficile, poco utile e poco gratificante.

Nani!
In genere mi diverto molto a giocare con i nani, c’è stato un periodo in cui vivevo con loro insieme ad altri goblin nella vecchia Saretec, e lo ricordo con molto piacere. Anche il loro BG originariamente non andava bene, ma nel loro caso lo staff ha dovuto trovare il coraggio di cambiare le cose. Sui nuovi nani sinceramente non so molto, forse per maggiore coerenza sono diventati più isolazionisti e autoreferenziali.

Orchi!
Non condivido l’idea di farne la razza ban, e di lasciarli abbandonati a loro stessi (anche se ora le cose forse stanno cambiando). Le interazioni pacifiche con loro possono diventare rapidamente noiose se non si può o non si è interessati a skillare combattimento per ore e ore. Invece di abbandonarli allo skillaggio, bisognerebbe aiutarli a caratterizzarsi e a rendere più ricco e vario il loro gioco.

Praticamente si è fatto da solo domande e riposte, proprio come voleva Quelo. Il fatto che tutti approfittino di questo spazio autogestito per scrivere quello che gli pare ignorando bellamente la mission della rubrica mi spingerebbe ad impegnarmi di più per spiegargliela. Dico "spingerebbe", perchè ciò mi richiederebbe troppo impegno, ed io sono pigro!
Alla prossima puntata!

lunedì 27 febbraio 2012

Ultime dall'Olimpo: Notti da Oscar


La notte degli Oscar Isyleiani è ormai una tradizione, che è nata, come tante cose, dall'impulso di una serata in cui cazzeggiavamo un pò troppo (ebbene sì, anche lo staff cazzeggia serate intere, e poi vi veniamo a dire con la faccia come il culo che non abbiamo tempo per seguire le vostre richieste).
Però negli anni ha assunto un significato ben preciso, ed è per questo che è diventata una ricorrenza a cui teniamo molto.
E qual è questo significato, direte voi. A parte quello di ingenerare invidie, faide e false congratulazioni?
E' presto detto. Su Isylea esistono diverse forme di gratificazione, alcune più evidenti, altre meno. C'è il massacra selvaggiamente, c'è il forgia divino, c'è il decapita Rimher (quest'ultima gratificazione è talmente ambita che Rimher è arrivato a proporre in Richieste di implementare l'auto-decapitazione*).
Ci sono poi quelle gratificazioni più difficili da cogliere, di cui gli stessi player non si accorgono (qui un giurista direbbe che una gratificazione di cui non ci si accorge non è una gratificazione. Bravo, giurista di sto c...). E' quando lo staff, nei suoi cazzeggi, dice "bravo Bruto per aver coinvolti anche Cassio e gli altri nell'attentato a Cesare!", "Bravo Giuseppe per non aver scatenato un flame quando ha scoperto che Dingwath ha messo incinta sua moglie Maria!", "brava Giulietta per aver escogitato quel piano per ricongiungersi col povero Romeo esiliato!"
Ecco, questi sono dei successi del player e del gioco che li ha permessi. Certo in gioco non si diventerà (quasi) mai famosi perchè si è riusciti a far appassionare al gioco un niubbo grazie ad una semplice giocata, o perchè si è in grado di svolgere il proprio ruolo senza sbavature, per quanto semplice.
E quindi ci pensiamo noi! Gli Oscar li assegnamo a quei giocatori che vorremmo fossero d'esempio per gli altri, o che abbiano davvero apportato qualcosa di concreto, e bello, al gioco intero. Spesso nemmeno volendolo.
Ricordate: un massacra selvaggiamente dura un secondo, ma una buona giocata è per sempre**.

Detto questo, aggiungerei qualcosa sulle motivazioni che ci hanno spinto ad assegnare gli oscar di quest'anno. Molte categorie non sono state semplici da scegliere, le nomination erano molte e tutti quelli suggeriti da Lhaudian sono stati accuratamente scartati. (Quindi, se volete vincere un oscar, cercate di non piacere a Lhaudian). Inoltre, dopo l'assegnazione ci resta sempre l'amaro in bocca per quei pg che non hanno vinto per quanto cerchino di fare del loro meglio. Oppure per quel fantomatico player che farebbe man bassa di tutti i premi, se non fosse che gioca soltanto dalle 8 alle 10 del mattino e non ci accorgeremo mai di lui... che a quell'ora lavoriamo tutti, tranne Drao che dorme.

Ecco quindi le fantasmagoriche motivazioni!

Miglior goblin: Uhaga
Motivazione ufficiale: perchè ha combinato un sacco di guai rimanendo nell'ombra, proprio come deve fare un gobblo.
Motivazione reale: perchè il suono del nome pronunciato a voce alta ci ricorda l'urlo di Seavel quando deve risolvere i BUG creati da Apollonius.

Miglior nano/golem: Gurlin
Motivazione ufficiale: perchè non si è impuntato quando gli si son fatti dei rilievi, perchè si è messo sotto anche quando gli si chiedeva di fare la cosa meno "facile" ed ha tenuto la barra dritta.
Motivazione reale: non ha ucciso Dingwath. E per questo lo ringraziamo.

Miglior dryma: Zaarah
Motivazione ufficiale: perchè ha ereditato un clan che attraversava un momento difficile e vi ha infuso lo spirito originario, dandogli nuova linfa.
Motivazione reale: E' un Thrangar in mezzo ad uno zillione di Bahel. Cristo ha mollato per molto meno.

Miglior elfo: Millardh
Motivazione ufficiale: perchè affronta con costanza e linearità il difficilissimo gioco elfico, facendolo a volte sembrare semplice.
Motivazione reale: è l'unico elfo giocante che non abbia preso ancora un ban

Miglior orco: Kamamuri
Motivazione ufficiale: per aver fatto quello che nessuno aveva mai tentato di fare tra gli orchi, ovvero usare il buon senso
Motivazione reale: perchè è un orco schiappa a combattere: praticamente un nerd in una classe di bulli.

Miglior umano Maschile: Terigan
Motivazione ufficiale: perchè è partito da zero e con impegno, tranquillità e gusto nel giocare ha creato attorno a sé un ambiente piacevole per molti player.
Motivazione reale: Gli vogliono tutti così bene che fa rabbia: con questo oscar speriamo di scatenare contro di lui invidie e maldicenze.

Miglior umano Femminile: Arill
Motivazione ufficiale: per aver affrontato un ruolo complicato in completa autonomia, senza inondare lo staff di richieste ma tenendolo informato di ogni progresso.
Motivazione reale: si vocifera che dietro al pg ci sia davvero una donna: sarebbe un evento rarissimo.

Premio della critica (ovvero il pg che si muove più in gioco): Krak
Motivazione ufficiale: per aver utilizzato una singola idea, una messa in pratica semplice, che ha permesso a molti player di giocare una sera intera in modo nient'affatto banale. Quello che tutti i capiclan dovrebbero fare.
Motivazione reale: Perchè dopo aver accettato il suo nome ci toccherà approvare anche Heroin, Cocain e Emmediemmea.

Oscar alla sportività (migliore interpretazione di situazioni sfavorevoli): Theras e Inuyah
Motivazione ufficiale: per aver sopportato l'indicibile senza protestare e rimboccandosi le maniche per risolvere la situazione
Motivazione reale: grazie alle macumbe che di nascosto ci hanno mandato, Lhaudian è stato a lungo assente.

Oscar al miglior capoclan: Siuva
Motivazione ufficiale: qualcuno potrà dire che non è difficile fare il capoclan di un gruppo composto da due player. Noi rispondiamo che non è facile trovarsi nella situazione di dover rappresentare da sola una figura di importanza vitale eppure di essere sempre costruttiva e coinvolgente.
Motivazione reale: la rapiscono ogni tre per due, poveretta. Almeno questa soddisfazione.

Oscar al miglior niubbo (giovane promessa): Derfel
Motivazione ufficiale: per aver, in pochi giorni di gioco, detto cose sagge su forum e su client. Farà strada.
Motivazione reale: Era l'unico niubbo di cui ci ricordavamo al momento della premiazione.

Oscar alla carriera: Cheimon
Motivazione ufficiale: scelta soffertissima per l'alto numero di candidati. Cheimon nel bene e nel male ha rappresentato una pietra miliare del gioco, condizionandolo soltanto con la sua figura e le sue parole. Non è da tutti.
Motivazione reale: Ultimamente gioca pochissimo.

Oscar al miglior segnalatore di typo: Josair
Motivazione ufficiale: per essersi sbattuto nel segnalare typo in un campo di cui pochissimi si accorgeranno.
Motivazione reale: Perchè è uno dei pochissimi che se ne accorgeranno. Egoista.

Oscar al miglior nuovo PG (miglior cambio): Vadlish
Motivazione ufficiale: per aver giocato sin dall'inizio con il nuovo pg in maniera nuova e costruttiva, dimostrando di aver azzeccato un ruolo a lui evidentemente congeniale.
Motivazione reale: chi era prima? Boh. Non ce lo ricordiamo. Quindi il cambio per forza è stato azzeccato.

Premio testing: Selaphia
Motivazione ufficiale: per essersi scassata i maroni dietro ad un centinaio di prove ripetitive dello stesso comando.
Motivazione reale: Per essersi scassata i maroni dietro ad un centinaio di prove ripetitive dello stesso comando senza essrere un combattente.

Premio fedeltà va a: Theridion
Motivazione ufficiale: Più vecchio di Darsian. Più vecchio di Morkai. Più vecchio di Charo. Ogni tanto logga, non scrive sui forum, non scazza su msn o Facebook. Il divertimento di giocare nella sua purezza. Ti vogliamo bene.
Motivazione reale: Per una volta, c'è poco da scherzare. Ti vogliamo bene davvero!

Premio miglior diario di ruolo: Steapa
Motivazione ufficiale: Sebbene non abbia certo il dono della sintesi, riesce a scrivere un Diario di Ruolo che ti accompagna, prendendoti per mano, dentro Khenam, facendoti sentire le voci dei suoi abitanti, gli odori del letame dei cavalli e le grida dell'araldo.
Motivazione reale: Soldato barbuto sempre piaciuto.

All'anno prossimo!

* Non è vero, a è verosimile.
** Attenzione: una buona giocata è diversa da una bella giocata. La prima serva al gioco, la seconda solo ai player.

mercoledì 22 febbraio 2012

[RECE] Napoli-Chelsea


La sigla della Cempiòns risuonava ieri sopra i tetti di Napoli. Sono gli ottavi di finale, ma a causa di un errore di trasmissione i napoletani capiscono solo "finale" e si riversano in 80.000 dentro lo stadio San Paolo, che scricchiola paurosamente. Per fortuna le forze dell'ordine impediscono l'accesso a Ciccio o'Panuozzo, storico tifoso del peso di 180 chilogrammi. La questura gli emette su due piedi un DASPO precauzionale.
E dire che manco dieci anni fa giocavamo contro il Lanciano, allo stadio venivano sì e no in 20000 e il San Paolo scricchiolava paurosamente. E Ciccio o'Panuozzo non era ancora nato (ha 9 anni).

Le squadre
Mazzarri, nascosto nel taschino dell'arbitro a causa della squalifica, schiera gli 11 titolarissimi. Quando Cavani apprende che giocherà pure stavolta, tenta il suicidio infilando la testa dentro un preservativo: per fortuna era bucato.
Unica novità, Zuniga sulla sinistra al posto di Dossena, nonostante il tentativo in estremis del laterale colombiano di staccarsi la gamba destra a morsi per spiegare a Mazzarri che "a sinistra giocano i mancini" non è un riferimento all'allenatore del Manchester City.
Dall'altras partes, Villas Boas schieras una squadras qualsiasis. Pesa l'assenza di Therry, nel senso che, essendo seduto sugli spalti, il San Paolo scricchiola paurosamente.

Il primo tempo
Parte forte il Napoli, imponendo il suo gioco fatto di passaggi a casaccio fino alla trequarti, dove poi si spera che Lavezzi e Cavani siano in serata. L'uruguagio si mangia un gol fatto come estremo tentativo di esser sostituito e poter tornare a casa dal figlio, che non vede da 3 mesi, ma Mazzarri dal taschino dell'arbitro fa i complimenti al portieres di Villas Boas e Cavani capisce che non c'è speranza.
Finalmente la partita si sblocca quando Cannavaro svirgola una palla pazza, come quelle tutte colorate che escono nelle palle di vetro dei distributori fuori dal bar. Complice il nuovo manto erboso dissestato, che De Laurentiis ha fatto installare al San Paolo al posto del vecchio manto erboso dissestato, il capitano del Napoli serve un assist al bacio all'attaccantes Mata, che batte De Sanctis.
Tutto il Napoli entra in uno stato traumatico che sfocia nell'insensata tattica di passarsi la palla a casaccio fino alla trequarti, nella speranza che Lavezzi o Cavani siano in serata; motivo per cui nessuno si accorge del suddetto trauma.
D'improvviso il lampo: Cavani serve Lavezzi e poi tenta di fuggire dallo stadio per raggiungere il figlio, i difensori del Celsi scambiano la fuga per uno scatto e lo inseguono, aprendo un'autostrada davanti a Lavezzi, il quale, incredulo, tenta uno dei suoi famosi passaggi filtranti a beneficio di Maggio: gli esce fuori un tiro al bacio che buca la rete. 1-1, palla al centro. Cavani bestemmia una trentina di divinità per la fuga non riuscita, e l'arbitro che lo sente, estrae un Mazzarri giallo dal taschino: ammonito.
La partita prosegue più o meno con il Celsi che si passa la palla per ore finchè non la perde, il Napoli che aspetta dieci minuti prima di ripartire in contropiede e cileccare l'ultimo passaggio. Tre spettatori si suicidano, liberando posto per Ciccio o'Panuozzo che finalmente può entrare nello stadio.
Durante i tre minuti di recupero, causati dalla decisione di Drogba di spiegare a Campagnaro i principi dell'esistenzialismo utilizzando il cranio, il difensore, che ora indossa in testa il preservativo bucato precedentemente usato da Cavani, spara una palla alla "viva il parroco" delle sue, che va a sbattere sulla spalla di Cavani durante l'ennesimo tentativo di evasione: gol. I giocatori del Napoli fingono di correre a festeggiare, placcando invece l'urugagio per impedirgli la fuga. Cavani finalmente si rassegna. Si va negli spogliatoi.

Secondo Tempo
Come da copione, il Celsi attacca grazie anche ai disturbi di personalità dei difensori del Napoli: Campagnaro ancora non ha capito che non è più un attaccante come ai tempi del Piacenza, Aronica è il più concreto, spazzando su Marte ogni pallone che gli capita sui piedi (anche se per caso si trova in attacco), Cannavaro ancora ripensa alla palla svirgolata del primo tempo; De Sanctis si produce in un paio delle sue uscite con gli occhi chiusi che l'hanno reso famoso. Per fortuna gli attaccanti del Celsi si sono dimenticati di togliere le scarpe dalla scatola e non ne azzeccano una.
Cavani serve una palla d'oro a Lavezzi, che tira con l'intenzione di segnare, e infatti la spedisce a tre metri dallo specchio. Più tardi, ci riprovano, ma stavolta Lavezzi tenta di passarla al suo amico immaginario e ne esce un tiro perfetto, 3-1! Il pubblico è in delirio perchè la dottoressa del Celsi si è tolta la maglietta (che, per la cronaca, è questa:



e quasi non si accorge del gol.
Frustalupi si ricorda di essere l'allenatore e toglie praticamente tutti gli attaccanti (tranne Cavani).
La partita finisce con l'ululato del San Paolo: la dottoressa si è piegata a 90 gradi per raccogliere lo stetoscopio caduto.
Appuntamento per il ritorno a Celsi, nella speranza che qualcuno sappia che è un quartiere di Londra e non la figlia di Clinton.

martedì 21 febbraio 2012

Gente che resisterà


Finalmente è uscito il testo dellasigla del nuovo cartone animato di produzione italiana:
"Il popolo delle libertà"!

Eccolo qua:

Gente che ama la luce, che non prova invidia e odiare non sa.
Gente che non ha rancore e ha come valore la sua libertà e porta insieme una bandiera nuova, che non si arrende e non si arrenderà, che lotta per la verità, è questo il popolo della libertà.
Grande sogno che ci unisce, un sogno si realizzerà, grande la forza che ci chiama, la forza che ci dice che il bene vincerà per sempre.
Grande la voglia di votare, la voglia di cambiare l'Italia che verrà.
Noi siamo il popolo della libertà.
Gente che crede e che lotta, che crede nel sogno della libertà, gente che prende la mano, che guarda lontano, che resisterà e porta insieme una bandiera nuova, che non si arrende e non si arrenderà, che lotta sempre per la verità.
È questo il popolo della libertà.
Grande è il sogno che ci unisce, il nostro sogno che si realizzerà, grande la forza che ci chiama, la forza che ci dice che il bene vincerà per sempre.
Grande la voglia di lottare, la voglia di cambiare l'Italia che verrà.
Noi siamo il popolo della libertà, noi siamo il Popolo della libertà

Il testo fa sua tutta la tradizione dell'epica dei Cavalieri del Re, con una spruzzata di Cristina d'Avena.

Come non notare le somiglianze (non plagi, beninteso, ma omaggi pieni di riverenza) con alcune delle sigle che ci hanno tenuti svegli da giovani, sconfiggendo l'abbiocco del dopopranzo?
Notare ad esempio l'utilizzo del verbo al futuro, che lascia spaziare il nostro sguardo in avanti, regala ottimismo e soprattutto rende facili le rime.

Per noi che siamo giovani, e crediamo negli eroi,

per chi ama l'avventura, e sogna che non finisca mai,
per chi crede nel bene alla fine vincerà,
un nuovo campione a cui volere bene ora c'è

Baldios robot, Baldios robot,
Baldios robot, Baldios robot....


Oppure la tematica della libertà, come un bene da preservare:

Il suo teschio è una bandiera che vuol dire libertà,
vola all'arrembaggio però un cuore grande ha [ urrà! ]

Capitan Harlock!
Capitan Harlock!

Oppure:

Uno per tre e tre per uno perchè
insieme noi usciamo sempre dai guai
e difendiam la terra dall'ombra della guerra,
il nostro cuore batterà per la libertà
gli intrighi e i loschi piani dei mostri disumani
il nostro raggio spazzerà nell'immensità

Daitarn, Daitarn,
arriva già il nemico, scatta,
ma tu ci sei amico, Daitarn,
evviva Daitarn III

I richiami alla grande forza, al non arrendersi mai, che illuminava i nostri cuori:

Per Daltanious bim bum bale giù,
e il nemico non esiste più
E' Daltanious che ci aiuterà,
non si arrende mai, troppo forte,
non è nato ancora chi lo batterà...

o ancora:

Quante avventure fantastiche,
fra mille azioni acrobatiche,
tanti avversari da battere,
con forza e volontà.

Arrivi a passo di carica,
sulla tua nuvola magica,
ovunque c’è da combattere,
e lotti con lealtà.

(Coro:) Sei veramente fortissimo,
(Solo:) ma tu non sai dove arriverai,
(Coro:) con le Sette Sfere:
D – R – A – G – O – N BALL

E che dire del grande tema della letteratura mondiale, gli eroi che lottano per il bene?

Sono i moschettieri degli immensi cieli,
sono quattro amici dalla guerra uniti,
una sola legge sempre li protegge,
lotta per il bene tutti insieme vincerai
eroi, eroi, eroi, del cosmo i grandi eroi
che lottano per noi, per noi

Per non parlare della tematica del sogno che deve realizzarsi:

Stilly ancora non lo sa
ma un sogno può diventar realtà.
Non è facile né difficile,
forse semplice sarà.

Prendi lo specchio magico,
fragile e mitologico,
simbolo di bellezza e di vanità.
Ogni tuo sogno segreto con lui diverrà realtà.

O anche:

Che vuol proprio realizzare
il suo sogno e diventare
un'attrice preparata
molto brava ed affermata.

RIT.
Maya è difficile tu lo sai
ma come sempre insisterai
Maya tu non ti arrenderai
ed alla fine ci riuscirai
Maya il tuo sogno realizzerai
ed un'attrice diventerai.

Restiamo quindi tutti in attesa di vedere le prime immagini di questo fiore all'occhiello del Made in Italy, che farà tremare i polsi a Miyazaki!

sabato 18 febbraio 2012

Isylea the comic 18 - Post Mortem

Rieccoci con la nuova puntata del nostro appassionante Gioco delle Razze, la saga che farebbe impallidire Tolkien per la prolissità e Martin per il numero di parolacce.
Avevamo lasciato il nostro niubbo in una situazione disperata... come farà ad uscirne? E riuscirà finalmente a liberarsi del suo passato? Riuscirà a maturare come player, comprendendo che cosa è che fa girare davvero questo gioco, sotto tutte le meschinità della vita quotidiana? Lo scopriremo in questa puntata!


continua



finisce!



E anche questa volta l'abbiamo sfangata. Nel prossimo episodio lasceremo i nostri nani, andando a seguire tutti gli altri inseguitori di Gowen, per rispondere alla fatidica domanda: come faranno dryma e orchi a raggiungere Ilcistya?

E ora spazio per due super-annunci!
Il primo è che lo scorso concorsone è stato vinto da Aelnyr per la proposta della mosca.
Ed il secondo annuncio è che finalmente ho deciso di premiare i vincitori dei nostri no-prize! Come? E' una sorpresa... nel frattempo i suddetti vincitori sono pregati di contattarmi per rinfrescarmi la memoria. Alla prossima puntata!
E infine, il nuovo quizzone. Dopo le proposte, i flame: vincerà l'ambito no-prize colui che sarà capace di indicarci il flame più bello della storia del forum di Isy! Fatevi sotto.

domenica 5 febbraio 2012

Le Battaglie del Grande Inquisitore: l'articolo 591


Da quando abbiamo i professori al governo, una ventata d'aria fresca sta ravvivando il dibattito culturale della nostra vecchia, sclerotica Italia. Noi appartenenti alla categoria degli insegnanti ci sentiamo autorizzati a esporre le nostre rivoluzionarie idee per cambiare il mondo! Non siamo più i fannulloni di Brunetta, ora siamo l'elite pensante della nazione!
Basta coi vecchi gerontocratici tabu italiani. Scassiamo tutto! I cervelli al lavoro vi seppelliranno. Tutti. In giovane età.

Così, anche il cervello del Grande Inquisitore si è messo al lavoro, sulla scia della logica montiana. Le idee si accavallano, si confondono, ma la missione è solo una: salviamo l'Italia, facciamo crescere l'Italia!
Da oggi il Grande Inquisitore vuol proporre le sue ricette: un soffrittino di buona volontà tagliata sottile sottile, innovazione fresca a listarelle, e un pizzico di coraggio.

Uno dei più grandi problemi dell'Italia è la bassa natalità. Pensateci: meno siamo, più il denominatore del debito pubblico è piccolo... ed il debito pro-capite sale. Meno siamo, più sarà difficile ripagare i debiti contratti qua e là. Se qualcuno lo spiegasse agli immigrati, scommetto che avrebbero molta meno voglia di diventare italiani... Fatto sta che gli ovuli italiani hanno un'altissima probabilità di morire vergini.
Qual è la causa di un fenomeno tanto drammatico? Attenti studi internazionali, dossier ponderosi e osservatori super partes hanno individuato il punto dolente: in Italia è troppo difficile sbarazzarsi dei propri figli.
L'articolo 591 del Codice Penale recita infatti: Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere la cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Ora ammettiamolo: fare figli oggi è una iattura, ti si attaccano al capezzolo fino a trent'anni e oltre, ciucciando soldi per l'IPhone, per i master e gli stage all'estero. Un genitore che si trovasse accollato uno più pargoli praticamente contrae una cambiale lunga 14 anni (come minimo), e se decidesse di liberarsene si farebbe da sei mesi a cinque anni di carcere! Questa legislazione medioevale deve cessare!
Se i genitori fossero liberi di cacciare di casa il proprio figlio quando e come vogliono, senza timore che un giudice te lo reintegri in casa, non c'è alcun dubbio che il tasso di natalità si alzerebbe a picco. Allegri spermatozoi violerebbero migliaia di ovuli vogliosi che indossano jeans stretti. L'Italia diverrebbe anche più appetibile per gli spermatozoi esteri, che attualmente preferiscono diffondersi in nazioni con una legislazione più moderna come le Filippine o l'Indonesia.
Aboliamo l'articolo 591!

Combattete questa battaglia di civiltà. Uscite dagli schemi imbalsamati dello scorso millennio.
Coraggio Monti, sei tutti noi!

venerdì 13 gennaio 2012

La Compagnia di Sten, Capitolo 3 - Arrivano i mostri


E' dell'8 Marzo scorso l'ultimo aggiornamento delle mirabolanti avventure della Compagnia di Sten. Non vi lamentate: pensate se l'autore fosse George R.R. Martin! La verità è che abbiamo fin troppo atteso che tra noi master si tornasse a giocare quei vecchi crapuloni di Sten, Leoril e Pasgal, ma come dice il saggio, la vita è ciò che fai mentre aspetti di giocare a D&D.
Così ho finalmente deciso di lasciar spiccare il volo alla nostra Compagnia, slegandola dalle sessioni su client. L'unico limite: la fantasia!

Per chi, giustamente, non ricordasse niente delle precedenti avventure del trio delle meraviglie, consigliamo un ripasso dell'Introduzione, del Capitolo 1 e del Capitolo 2.
Buona lettura!

Anche questa volta il Turno di Giorno era capitato a lui. Non che fosse un orco particolarmente debole, anzi. Non che fosse stupido, nè sfortunato, nè brutto. Sotto tutti gli aspetti orchescamente rilevanti, questo particolare individuo non era niente più nè niente meno della media orchesca.
Eppure il Turno di Giorno era praticamente diventata la sua occupazione principale. Tuttavia, se gli svantaggi della sua condizione sociale si fossero esauriti con l'obbligo di fare il Turno di Giorno, questo orco non se la sarebbe presa più di tanto. Esistono orchi più sfortunati, ce li aveva sotto gli occhi tutti i giorni. Come ad esempio Prokl, l'addetto alle Latrine*.
Un gruppo di orchi, va da sè, è un terreno particolarmente fertile per quella peculiare attitudine delle specie viventi e socialmente organizzate che si chiama bullismo. Prendersela col più debole è, tra gli orchi, una pratica moralmente obbligatoria, quasi costruttiva: mira alla sopravvivenza del più forte e ad impedire che i soggetti svantaggiati possano riprodursi.
D'altro canto è anche una pratica non esente da un certo grado di equità: chi prende uno schiaffone gratuito può, anzi deve, provare a restituirlo, anche se questo significa moltiplicare gli schiaffoni ricevuti alla ennesima potenza.
Ma non esiste equità quando la causa del tuo svantaggio sociale è il tuo nome. Il nome è come una piattola particolarmente refrattaria a qualsiasi antiparassita: una volta che te lo sei preso non te lo levi più di dosso.
"Fiorelliiiiiiiiiiiiiiino" gli disse il suo compagno di turno, Grubgur senza-braccia, con il tipico tono cantilenante che Fiolel conosceva tanto bene. Pochi crederebbero a quante ottave sia in grado di risalire la voce di un orco, quando intende canzonare qualcuno. "Và a vedere cos'è questa puzza, Fiorellino".
Fiolel strinse le zanne. L'onta che macchiava la sua esistenza era costituita da due lettere, una muta potenza contro cui un orco poteva poco o nulla. Un orco che si rispetti deve avere almeno una G, una D, o una K nel nome. Potevano capitare orchi dai genitori particolarmente estrosi che ci ficcavano una S, magari una D. Ma la F sta in Farfalla, sta in Felicità, sta in Favoletta.
"Vado" disse Fiolel tirandosi in spalla l'accetta. Non aveva senso reagire. Il soprannome di Grugbur era una sua descrizione letterale. Grugbur non aveva le braccia. Sarebbe stato un bersaglio perfetto per un paio di schiaffoni bullistici ben assestati: ma aveva un nome con tutte le lettere giuste. Il suo vantaggio era scolpito nella pietra. Così Fiolel si avviò nel fitto del bosco, da dove proveniva quel puzzo di cadavere che aveva allarmato i due orchi.
Non che i genitori di Fiolel fossero particolarmente sadici, tutt'altro. Amavano il loro piccolo figlio secondo tutti i canoni orcheschi. Il loro problema era quel maledetto difetto di pronuncia comune, per il quale, Fiolel sospettava, si erano scelti e sposati. Quel che fosse, entrambi pronunciavano la S come F e la R come L. Siorer, doveva chiamarsi, e non sarebbe stato poi così male. Fiolel fu il nome con cui fu chiamato per tutta l'infanzia.
Nella radura erano sparpagliati una decina di cadaveri. Erano i vecchi lupi della Foresta Ululante, ed erano stati decapitati. Tutti. Fiolel riconobbe Denti Spezzati dal cinto erniario che gli aveva fabbricato di persona; vide inoltre Pancia Gonfia, così chiamato per la stitichezza senile che l'aveva trasformato in una specie di sfera con le gambe. Se non altro la morte gli aveva permesso di liberare le viscere.
Una serie di impronte profonde, di taglia umanoide, rivelò inequivocabilmente chi fossero gli autori di quella inutile strage.
"Avventurieri!" gridò Fiolel a Grugbur senza-braccia.
"Quanti?" gridò Grugbur di rimando.
"Tre, forse quattro!"
"Inseguiamoli" disse Grugbur sbucando infine da un cespuglio "dobbiamo sfruttare la superiorità numerica".
Fiolel sospirò.
"Grugbur, non NON abbiamo la superiorità numerica. Ce l'hanno loro. Noi siamo solo due; e tu non hai le braccia."
"Stà zitto, Fiorelliiiiiiiiino" pigolò Grugbur. "All'inseguimento!"
Grugbur partì alla carica con la sua tipica andatura basculante. Obbediva al richiamo ancestrale della natura orchesca: andarsi a schiantare sui gruppi di avventurieri era una tentazione irresistibile, come un parabrezza per i moscerini. Fiolel lo seguì senza molto entusiasmo e con prudenza: in lui il richiamo non era così forte, e per questo, forse, doveva ringraziare il suo nome, che ne aveva fatto una specie di orco di seconda categoria.

Sten era talmente euforico che aveva dimenticato totalmente il motivo per cui si erano messi in viaggio. Stava scegliendo la testa di lupo che avrebbe appeso sopra al caminetto della sede della Compagnia di Sten; e visto che era indeciso, da qualche ora si stava portando dietro un telone contenente una decina di teste di lupo mozzate.
"Quella bianca non è male" diceva trascinando il saccone, che sbatacchiava sulle radici sporgenti con uno sciacquettoso rumore di sangue rappreso.
"Ma non ha nemmeno un dente in bocca!" obiettò Leoril.
"Non è colpa mia se ho dovuto romperglieli tutti" disse Sten sfoderando l'espressione alungo provata davanti ad uno specchio: il Veterano.
"A me pareva non ce l'avesse sin da prima di incontrarti" disse Pasgal, ed era vero. Gengive sanguinanti era stato un povero lupo che si nutriva esclusivamente di poltiglia masticata da altri. "E comunque, per quando avremo concluso questa storia e avremo costruito la tua bella sede, quelle teste saranno puzzolenti carcasse piene di vermi".
"Potremmo lasciar perdere" azzardò Leoril cercando di cogliere l'attimo. "Torniamo indietro. Tanto quella guida elfica ormai sarà morta..." Era da quando quel lupo gli aveva sfiorato la gamba con un morso, facendogli addirittura uscire il sangue, che stava meditando quell'affondo. "Ascoltate me, quest'impresa è disperata. Rischiamo di lasciarci la pelle, e per cosa?"
"Per la gloria!" gridò Sten.
"Ma la gloria è una virtù transeunte" replicò Leoril. Era la sua tecnica preferita per uscire vittorioso da ogni dibattito: usare parole astruse di cui a malapena conosceva il significato.
La discussione avrebbe preso una piega spiacevole, pensò Pasgal. Sten si sarebbe impuntato e Leoril avrebbe cominciato a piagnucolare nel petulante stile elfico. Gettò uno sguardo indietro verso Cornelius, cercando aiuto, ma oltre all'espressione assente del chierico notò, tra le fronde alle loro spalle, un allarmante tramestìo.
"Orchetto!" gridò sguainando la spada, appena prima che Grugbur senza-braccia si gettasse letteralmente a testa bassa verso di loro. Lui la chiamava "l'Attacco del Toro Furioso", ma era chiaro a tutti che si trattava di null'altro che un nome nobile per "l'Unico Attacco Permesso ad un Orco Senza Braccia".
Come che si chiamasse, quell'attacco aveva una sua efficacia. Vedersi correre incontro all'impazzata un orco senza braccia, col capo chino ed il tronco ondeggiante, disorientava il nemico quei due secondi buoni per prendersi la craniata in pieno petto.
Cosa che accadde a Cornelius, che crollò con tutta la sua stazza addosso a Sten. L'impatto fu attutito dai crani lupeschi, ma il rumore che ne conseguì mise per sempre la parola fine ai sogni di trofei sul caminetto della Compagnia di Sten.
Con un colpo solo, Grugbur aveva messo fuori combattimento i due pezzi grossi della Compagnia.
"Spara un Dardo Incantato!" urlò Pasgal a Leoril, mentre si teneva a debita distanza dall'orco.
"Li ho finiti coi lupi!" rispose Leoril, ed anche questo era vero. Ne aveva usati otto con un solo lupo: col primo l'aveva ucciso, i successivi sette glieli aveva sparati per sicurezza. Scavò nella memoria per vedere quali incantesimi ancora si ricordasse, ma l'unico che non aveva usato era quello della Moltiplicazione dei Pesci. Leoril lo sceglieva sempre perchè lo faceva sentire importante.
Pasgal intanto aveva dato fondo alla sua abilità di tenersi a debita distanza. Sten e Cornelius erano stretti in un imbarazzante abbraccio, svenuti, su un letto di teste di lupo. Sembravano la copertina di un album death-metal. Grugbur decise di prendersela con l'unico bersaglio a tiro, e caricò verso Leoril.
L'elfo si rivide passare davanti agli occhi tutti i settecento anni della sua vita. Ricordò il giorno in cui Mhara Matrona, la tenutaria del bordello di Nido dell'Aquila, lo aveva trovato nello sgabuzzino, lasciato da qualche cliente distratto. Ricordò le infinite giornate passate a meditare su quali incantesimi lo rendessero più fico. Ricordò le infinite serate in taverna a vedere se quegli incantesimi l'avessero reso fico. Ed ecco a voi tutti i 700 anni di vita di Leoril.
E sarebbero terminati in quel modo inglorioso, schiantati dalla testa di un orco senza braccia, se la provvidenza non fosse intervenuta sotto forma di un'ascia lanciata a gran forza, che si conficcò nella schiena di Grugbur proprio un attimo prima che questi disintegrasse Leoril.
Anche Grugbur vide la sua vita passargli davanti. Vide il giorno in cui perse le braccia a causa di un'orchessa troppo bella per lui. Altri scrittori, forse, racconteranno la sua storia.

"Fiorelliiiiino" petulò Grugbur prima di morire. Fu l'ultima parola che pronunciò, e la usò per canzonare l'ultima volta l'orco che lo aveva ucciso.
Fiolel si avvicinò alla schiena del morto, estraendone l'ascia. Osservò l'elfo con gli occhi azzurri che quasi gli schizzavano fuori dalle orbite per la paura.
"Stai bene?" gli chiese in lingua comune**.
"Stà fermo, bestia!" Sten si era rialzato appena in tempo. Aveva superato alla sua maniera l'ambiguità della situazione che stava osservando. Era vero, quell'orchetto aveva salvato Leoril, il che significava solo una cosa: Leoril era alleato degli orchi. Questa era la maniera di Sten di districare gli enigmi: scegliere la soluzione più sbagliata possibile.
"Perchè l'hai salvato?" chiese Pasgal, ricomparendo dal buco dove si era nascosto. "Perchè mai un orchetto dovrebbe salvare un elfo?"
Fiolel aveva studiato la risposta a questa domanda un milione di volte, negli anni in cui era vissuto tra gli orchi.
"Io non sono un orchetto" disse. "Sono un uomo, trasformato da una maledizione in un orco. L'avete sentito, no?" ed indicò il cadavere di Grugbur, che aveva ancora disegnata in volto la smorfia canzonatoria con cui era morto "io mi chiamo Fiolel. Può esistere un orco che si chiami così? Ho vissuto nascosto tra gli orchi per anni, finchè non avessi trovato un gruppo di eroi coraggiosi che un giorno mi avessero aiutato a liberarmi dalla maledizione."
Seguì un pensoso silenzio.
Sten si era sciolto nel momento stesso in cui si era sentito chiamare eroe.
Cornelius era ancora svenuto.
Leoril si era sciolto nel momento stesso in cui quell'orco gli aveva salvato la vita.
Pasgal non credette ad una sola parola dell'orco. Ma accidenti, parlava bene il comune, aveva un bel lancio con l'ascia e voleva unirsi a loro. Quali che fossero i motivi, erano affari suoi.
"E, ehm, come si fa a spezzare la maledizione?" chiese, così, tanto per reggergli il gioco.
"Naturalmente" si intromise Sten "con il primo bacio d'amore!"
"Naturalmente" confermò Fiolel, cui non pareva vero di aver trovato delle persone così imbecilli. Nel migliore dei suoi sogni si era immaginato che, se mai il suo astruso piano avesse mai funzionato, l'avrebbero comunque trattato da schiavo. Di questo particolare gruppo, si rese conto, sarebbe presto diventato il capo.

* In orchesco, "latrine" si dice "kruptoj", che significa anche "ovunque capita". Gli addetti alle latrine orcheschi non soltanto raccolgono merda, ma devono anche camminare molto.
** Fiolel imparò il linguaggio comune durante i suoi turni di guardia nelle prigioni. Anche uno scaricatore di porto diventa un grandissimo insegnante di lingua quando ti minacciano con un ferro arroventato.


Al prossimo capitolo!

giovedì 12 gennaio 2012

Isy&Me : Metis


Devo dire che l'idea di Isy&Me è stata la migliore che io abbia avuto dall'apertura di questo blog. Mi risparmio tutta la fatica di scrivere un aggiornamento, mi prendo il merito e soprattutto non caccio una lira. In compenso ai miei articolisti regalo una possibilità di fare esperienza, allacciare relazioni e darsi visibilità (dove l'ho già sentita questa?) E poi Il Grande Inquisitore ha meno di 15 dipendenti (esattamente, ne ha 0) quindi non vale nemmeno l'articolo 18... Dopo la pubblicazione si prendono come salario un bel calcio in culo: trovatevi un altro blog, ora!
Diamo voce al fottutissimo Metis. Molti lo conosceranno per i suoi post sul forum. Io per esempio quando li leggo, mi immagino come la dolce Annie Wilkes che gambizza Paul Sheldon perchè ha scritto un romanzo con troppe parolacce.
Mentre voi leggete, io vado a prendere il martellone.

Tic Tic Tic Tic Tic Tic

“ Amore, dai lascia stare Isylea, vieni a letto…”
E’ una voce suadente a parlare, una bella ragazza che si trova già sotto le coperte mentre io scrivo.
“Dai amore… Lo fai domani quell’articolo per quello stupido blog”
“Un attimo, ora arrivo”
“Sbrigati dai, prima che esca e vada con il primo che incontro”

Sorrido. Non per la sua battuta scontata, sorrido perché non capirà mai che non c’è nulla di stupido nello scrivere qualcosa per il Grande Inquisitore, ritrovo di quel branco di nerd isyleiani. Non capisce il finto onore che mi ha dato quel puzzone di Apo nel lavarsi le mani dall’intervista che mi aveva proposto, rifilandomi l’ennesima idiozia da fare che mi succhierà tempo allo studio, inutile e dannoso come le sue quest.

Chi è entrato nel tunnel mi può capire, solo lui può comprendere cosa significhi fare le cinque di mattina per veder rinascere il personaggio solo perché si deve andare a recuperare quei preziosissimi bit di equipaggiamento. Solo voi, brutti schifosi, potete immaginarvi nottate intere passate a skillare, perché si deve rimediare all’ennesima ricalibrazione di Seavel sulla catena chiodata. Solo chi non vede più la luce né dietro, né davanti a se, può comprendere il piacere di saltare un esame perché si era troppo impegnati a mappare Ilcystia e dopo l’esame la nave sarebbe ripartita per Isylea. Senza Edhelgal però. Che tanto oltre ad essere elfo è anche rompicoglioni.

Il piacere di fare giocate lunghe, ben descritte, coerenti, in cui la stanza intorno a te sparisce e ti ritrovi ad essere Metis, Zandor, Zarab o Jaghy. Ti ritrovi dentro ad un mondo magico dove, finchè dura, spariscono la fame del mondo e X-Factor; le malattie incurabili e Allegri che si ostina a non far giocare Pato; gli esami che ancora devi dare ed i soldi che non ci sono. Ah, no, quelli mancano anche in gioco… Protettorato ladro.

Comunque sia ci si catapulta in quel riquadro chiamato client e si ride, si scherza, ci si impegna in giocate talmente ben fatte che ancora mi stranizza come mai non siamo stati chiamati ad interpretare il Giulio Cesare al Globe Theatre. Si vivono avventure di tutti i generi, per tutti i gusti, da chi cerca le battaglie epiche degne del Signore degli Anelli a chi gli intrighi politici alla Lannister; dalle dolci e toccanti storie d’amore, alle shalesiate che farebbero arrossire la buon vecchia Cicciolina.

Mi piace questo mondo. Ci passo ore, molte ore. Troppe ore. Anche se sono stato sempre un consumatore strano d’Isylea, pure perché strani sono gli orari della mia vita: a volte mi sveglio e neanche scendo dal letto e porto il pc sulla panza mettendomi a giocare tutto il giorno, alzandomi solo per i bisogni primari ( bere una birra, pisciare, trovare il fottutissimo accendino ). Altri giorni invece guardo il pc solo di sfuggita, o al massimo lo accendo per controllare il forum, neanche facendo passare il cursore sull’iconcina del client, snobbandola, trovando meglio da fare nella vita che stare rinchiuso in un piccolo riquadro nero con scritte colorate.

A volte però i mondi magici, anche i migliori, hanno dei mostri, non mi sto riferendo né agli orchi, né ai demoni, né a Dingo quando qualcuno per sbaglio dice la parola “scorpioni” sul forum. I veri mostri sono le situazioni che non riesci a gestire perché la gente non capisce la differenza fra client/forum/chat e ti combina dei pastrocchi ingiocabili; parlo anche di chi gioca solo per vincere e non capisce che ci sono altri metodi per giocare che non siano uccidere l’avversario; mi riferisco a chi crede che il client sia una specie di chat, in cui l’interpretare un personaggio non esista e ci si ritrova a dover sentire discorsi fatti nel medesimo modo del mio fruttivendolo quando mi parla dell’ottima qualità delle sue melanzane.

Allora lì sopporti finchè puoi ma prima o poi c’è quella goccia che ti fa traboccare il vaso, magari per colpa di un uccisione senza interazione o perché i tuoi piani degni di Diabolik vengono fermati grazie al KGB isyleiano ( Msn, naturalmente ). Quindi lì guardi il client con fare schifato, ti accendi l’ennesima sigaretta e sbuffi prima di andare a prendere la cartella Isylea e ficcarla nel cestino del tuo computer.

Quindi per mesi e mesi smetti, finendola anche di sognare le skillate in pedana con quei puzzoni dei Mitiani, limitandoti ad accendere Facebook e qualche altro sito ma evitando come la peste tutto ciò che riguarda Isy, compreso il kg…Msn, fino a quando non lo accendi per sbaglio e qualcuno ti parla di nuovi progetti, nuove scoperte strafighe, nuove esperienze che nel giro di poche ore ti portano ad installare di nuovo tutto e cadere di nuovo nel baratro. In quel tunnel di magia e rosikate che è Isylea.

Ora credo che sia meglio che smetta di scrivere, si è fatto tardi e la gentil pulzella che non capiva l’importanza di questo sciocco articolo se ne è andata di là pur di non sentirmi più scrivere sul pc. Inoltre mi è venuto un forte prurito in testa, forse l’inizio di un emicrania. Magari è dovuto a questo continuo cigolio che proviene dalla stanza del mio coinquilino.
Che strano… Ho sentito anche la voce della mia ragazza provenire da lì…

Matteo/ Metis

Che dire di questa puntata di Isy&Me? Caro Metis, non crederai di ingannarci? Tutti i player di Isy sanno benissimo che non esistono le belle ragazze. E anche se esistessero, non starebbero di certo dentro al tuo letto.

Alla prossima!

lunedì 9 gennaio 2012

[Cronache dell'Apocalisse] Il senso di Cavani per la Logica

Quando penso a questo pazzo, pazzo mondo del PIL, non posso che pensare alle interviste a caldo dei giocatori di calcio dopo le partite.
Il PIL è una cosa che, se cresce, cresce, se non cresce, sono cazzi. Indica la quantità di cose che si producono in un dato luogo. Più la gente vuole comprarsi roba, più c'è bisogno di produrre roba; più gente viene pagata per produrre la roba, più potrà spendere quegli stessi soldi per comprarsi altra roba.
Se nessuno vuol comprarsi la roba, meno roba sarà prodotta. Quindi, per far crescere il PIL, c'è bisogno che la gente si compri roba! (sì, anche quella roba)
Prendiamo un oggetto come questo:

Come vedete, è un pratico porta-banane in plastica. Serve a fare in modo che la buccia della vostra banana raggiunga la monnezza (anzi, l'umido) in condizioni dignitose. Essa viene incontro dunque ai bisogni di coloro che sostengono il diritto delle bucce di banana ad una degna sepoltura.

Confrontiamolo con questo oggetto qui:


E' precisamente un pacemaker, un oggettino pratico pratico che serve a far battere il cuore della gente cui il cuore, senza, non batterebbe.
(Nota: Indovinate chi è morto nel 2011? Wilson Greatbatch, l'inventore del Pacemaker. Indovinate la scomparsa di chi ha provocato l'immediato cordoglio dell'universo intero, compresi gli alieni che hanno rinunciato ad invaderci per rispettare il nostro lutto? Ma certo, Steve Jobs, l'inventore di un telefono).

Tornando a noi, al PIL non gliene frega una cippa se la gente compra il proteggibucciadibanana o il pacemaker. A lui basta che la gente compri qualcosa. Se il Pacemaker non genera profitto, fanculo il Pacemaker: bisogna puntare sul proteggibucciadibanana.

Ecco, a me questo fa pensare alle interviste a caldo ai giocatori dopo le partite.
Come? E' presto detto.

Andiamo ad analizzare le dichiarazioni di Edilson Cavani, dopo la vittoria del Napoli per 3-1 in casa del Palermo.
"Sono contento di questa vittoria e per il Napoli."
(Sollievo nelle case dei tifosi italiani: Cavani ha un corretto sviluppo nella sfera emotiva.)
" Per noi è importante vincere perché vogliamo arrivare in alto in classifica e dobbiamo continuare a raccogliere punti"
(Terrore tra i tifosi del Lecce: "Ma allora non vince lo scudetto chi fa meno punti?")

Interrogato sugli applausi del pubblico palermitano al suo gol:
"Mi sono emozionato perché credo che neanche quando giocavo a Palermo succedeva tutto questo. Vuol dire che ho mantenuto la voglia di lavorare e di andare avanti e che la gente mi rispetta."
Dunque, manteniamo la calma.
Cavani asserisce che quando giocava nel Palermo, il pubblico non lo applaudiva se per caso infilava la palla nella porta difesa dai rosanero. Il dubbio che ciò non accadesse per il motivo che, a quei tempi, sarebbe stato un autogol, non lo sfiora nemmeno.
Anzi, il fatto che ORA applaudiscano significa che lui ha mantenuto la voglia di lavorare ed andare avanti. Quindi l'applauso è scaturito non dalla meravigliosa rete che ha segnato, ma dal fatto che non si è chiuso in una fumeria d'oppio a spendere tutti i suoi zilioni di dollari di stipendio in un sacrosanto oblìo.

Ecco l'espressione di Cavani dopo aver pronunciato queste parole:

Ed ecco nello stesso istante l'espressione di Aristotele, inventore della Logica:



Ora, che c'entra il PIL?
Ebbene, analizziamo il contesto. A raccogliere questo delirio di un uomo la cui ragione era evidentemente offuscata dalla fatica di una partita di calcio, c'era un giornalista microfonato, un cameraman ed un fonico (minimo). Aggiungiamoci i tecnici, elettricisti, il regista. Più Boban, Panucci ed un altro giornalista anonimo che riflettevano ed hanno passato i successivi 30 minuti a commentare le parole del Matador. Aggiungiamoci i giornalisti che, il giorno dopo, hanno scritto l'articolo riportante queste dichiarazioni su siti internet e giornali cartacei: con tutto quel che c'è dietro, tipografi, webmaster, redazioni. Aggiungeteci l'istallazione delle parabole e la produzione dei decoder e delle televisioni con cui gli italiani hanno potuto obnubilare la propria ragione.

Ecco, guardate quanti soldi han prodotto questa sconsiderata serie di stronzate infradiciate di acido lattico.

Signore e signori, ecco a voi il PIL.

Caro Cavani, se ci leggi, vorremmo porti anche noi una domanda:
che ne pensi di un bel proteggibucciadibanana?

lunedì 2 gennaio 2012

La filosofia del cazzinculo: I gatti hanno poteri mentali


L'alba del 2012 si presenta carica dei migliori auspici.
Al meglio che ci possa andare il mondo finirà. Alla peggio, l'economia mondiale crollerà sotto i click degli operatori di borsa, azzerando decenni di risparmi e costringendo le persone affamate a mangiare la propria cacca in una specie di utopia del riciclo completo.
Qualunque essere umano dotato di un minimo di senno si starà dunque preoccupando di convertire gli spicci del salvadanaio in oro zecchino, avvolgendo il proprio pene nel domopak per evitare di mettere al mondo altre bocche da sfamare (i preservativi sono troppo costosi).

Ma noi del Grande Inquisitore abbiamo problematiche ben diverse.
E la causa sono i gatti.

Abbiamo 2 gatti, madre e figlia. Ci guardano con quegli occhi satanici. A loro non gliene frega niente del 2012, della crisi, della recessione, di calciopoli, del Natale e del Capodanno.
E noi del Grande Inquisitore, che abbiamo bruciato sul rogo personaggi di ben altra caratura, siamo impotenti contro questi gatti.

I gatti sono una gran rottura di palle. Hanno messo in giro questa diceria per la quale il gatto non ha bisogno di cure, è indipendente e quindi puoi sbattertene altamente di loro, facendo bella figura con gli amici animalisti.
Ma quando mai? Quali sono i vantaggi di avere un gatto in casa?
I cani, perlomeno, ti fanno la guardia, oppure se non lo fanno perlomeno ti obbediscono, facendoti sentire per una volta nella vita un padrone.
I canarini ti cantano, se sei un fottuto new-age naturalista che vive in un sottoscala nella peggio periferia di Calcutta puoi almeno sentirli gorgheggiare.

Ma i gatti?
Dice: mangiano i topi. Sarà. I miei gatti i topi li acchiappano e me li portano in casa, possibilmente decapitati, così che poi ti tocca frugare ovunque per trovare la testa e buttarli via. E se non sono i topi sono gli uccelli, che tu rientri a casa che hai solo voglia di sbatterti sul divano, ma prima devi togliere il cadavere stecchito di un povero uccellino che se campava era pure meglio. L'unica cosa che mangiano, i miei gatti, sono le lucertole, così che poi possono vomitarcele in camera da letto.

Dice: mangiano tutto. Col cazzo, i miei gatti preferiscono Purina One specificatamente pensato per gatti adulti e rompicoglioni, ovvero il cibo per gatti più costoso dell'universo. Un pò come se io mi nutrissi esclusivamente di caviale. Che poi se tu gli riempi la ciotola, loro ne mangiano un pò, ma non tutto, e poi quello che rimane non lo vogliono più, perchè è vecchio, perchè sta lì da prima, che cazzo ne so. Così iniziano a sfracellarti le palle per averne un altro strato più "fresco".

Dice: ma sono puliti. Sono puliti nel senso che IO gli devo cambiare la lettiera puzzolente quando è troppo spisciata per i loro gusti. E se non gliela cambi ti mandano discreti messaggi pisciandoti nella vasca da bagno. Quella che poi devo lavare perchè è lì che ci fai il bagnetto alla piccola (sul serio, ma qui c'è della malvagità: potrebbero farla ovunque, e invece loro scelgono scientemente il posto peggiore dove potrebbero farla).

Dice: ma sono indipendenti. Certo i miei gatti sono fighi perchè escono e vivono all'aperto: solo che per uscire devono passare per la porta e chi gliela deve aprire? E poi per fare i fricchettoni quei gatti vogliono uscire pure la notte alle 5 del mese di Gennaio, così dopo qualche minuto si rendono conto che non c'è fricchettonaggio che tenga contro il rischio assideramento, e allora vogliono rientrare. E poi ti chiedono di uscire dalla finestra, per assicurarsi che si congeli anche da quell'altra parte...

Dice: ma sono coccolosi. Certo, pure io sono coccoloso, ma sto bene attento a non chiedere coccole a qualcuno che ha le palle girate o magari sta facendo un'altra cosa. Loro invece, le coccole devono averle quando dicono loro e quando non hanno voglia, non c'è verso di avvicinarti.

E allora perchè li tengo? Perchè l'umanità gli ha eretto persino dei monumenti?
Non lo so. Mi guardano con quegli occhi satanici, loro.
Penso che hanno fascino, perchè non gliene frega niente del 2012, della crisi economica, della recessione. Forse è questo l'unico motivo per cui li tengo.
Oppure perchè hanno poteri di controllo mentale.