martedì 11 gennaio 2011

feel the evolution, baby

Ci sono dei momenti nella storia dell'umanità in cui, contrariamente alle aspettative, questa fa un passettino avanti. In quei momenti sembra quasi che per questi bipedi pseudo-intelligenti ci sia una speranza di non mandare a puttane la propria esistenza nell'indifferente Universo.

Ecco, io ad uno di questi passettini ho assistito personalmente, nel piccolo della mia vita di cui suppongo a malapena si interesseranno i miei nipoti
(del tipo: -mamma, che faceva il nonno di bello?-
-insegnava storia e filosofia, caro-
-ah mamma, ecco perchè siamo poveri!-).

E' successo domenica, ma prima devo fare un piccolo passetto indietro e raccontare la premessa.

PRIMO PROLOGO: In tutte le migliori famiglie esistono dei riti collettivi, quelle cose che si fanno tutti insieme che ti fanno sentire parte di un gruppo affiatato. In alcune famiglie, ad esempio, ci si sente uniti quando il papà sistema uno dei suoi parenti nei ruoli dirigenziali della sua azienda. Nella nostra, visto che di aziende non ne possediamo (-mamma, perchè noi non possediamo un'azienda?- -perchè il nonno insegnava storia e filosofia. Ora sbrigati a vestirti, che la mensa della Caritas chiude tra mezz'ora-), il rito collettivo più spendaccione che abbiamo è andare tutti e tre (io, moglie e figlia) a comprare le paste la domenica, in modo da ripagare a buon mercato in qualche modo il pranzo che scrocchiamo ai miei suoceri.
Ora è capitato una volta che, rientrato in macchina col bel pacchettino di paste ben infiocchettato, lo appoggiassi sulle gambe di mia figlia mentre mi toglievo il cappotto.
Quanto tempo ci mette un ultratrentenne a togliersi un cappotto in macchina?
Meno di quanto ci mette una bambina di 3 anni a spacchettare le paste e a inzuppare il ditino nella panna.
Questo è accaduto l'anno scorso.

SECONDO PROLOGO: In tutte le migliori famiglie i figli raggiungono un'età in cui cominciano a fare domande scomode.
E non mi riferisco certo alle domande tipo "Papà, come nascono i bambini?". Quelle son bazzecole.
Mi riferisco a domande come: "Papà, che significa quando una persona è d'onore?"
Sembra facile? Non lo è. Se vuoi rispondete ad un bambino in modo complicato, non farete altro che entrare in una spirale di altre domande in cui vi troverete avvinghiati e rincoglioniti come nelle ragnatele di Shelob. (Esempio: -L'uomo d'onore è l'uomo che conserva la propria dignità- -Papà che cos'è la dignità?- -La dignità di un uomo è ciò che lo rende una persona che merita rispetto- -Papà che cos'è il rispetto?- ecc ecc ecc ecc che alla fine, esasperato, ti porta a troncare il discorso con un sonoro -FATTI I CAZZI TUOI-).
Quindi il trucco sta nel trovare una risposta che non ne generi altre. E non è per niente facile.
Quando mia figlia ci ha chiesto cosa fosse l'onore abbiamo preso tempo, finchè, non so come ne perchè, ci è uscita la risposta giusta:
-E' d'onore uno che mantiene le promesse-.
Cazzo se ha funzionato, questa risposta.
FINE PROLOGHI

Domenica, rinnoviamo il rito collettivo delle paste, con una differenza: mia figlia ora parla e sa cosa vuole, così mi fa:
-Papà, le porto io le paste!-
Io la guardo. Non sono uno che dimentica, io.
-Ma mi devi promettere che non le scarti.-
Sguardo tra il furbo e il divertito.
-Papà, ti prometto che non le apro!-

Entro in modalità GRANDI INSEGNAMENTI PATERNI:
-Va bene, io mi fido. Prendi il pacchetto, però ricordati che devi mantenere la promessa se no non sei una bambina d'onore- (Totò Riina sarebbe fiero di me).
Ora diciamocelo, sono stato proprio uno stronzo. Le stavo dando quel pacchetto di paste, sicurissimo che l'avrebbe aperto, per darle una fottuta lezione.
Le avrei detto: -Visto? Non fare promesse che non puoi mantenere.-
A noi adulti piace far vedere ai bambini quante ne sappiamo e quanto siamo bravi. Ammettiamolo. Poi magari siamo le peggio teste di cazzo dell'universo. Io per esempio prometto sempre a mia moglie cose che poi non mantengo (passare lo straccio, lavare i piatti). Però poi vado da mia figlia facendo la parte dell'onorevolissimo mantieni-promesse con la faccia da cazzo che lei non vede, bontà sua.
Se non che lei ci pensa due secondi e mi fa:
-Allora papà non me lo dare, che ho paura che la promessa è una bugia.-

Cazzo. E' tutto quel che sono riuscito a pensare. Cazzo.
Lo sapete che è un imperativo categorico? Se l'è inventato Kant. E' quando uno fa una cosa pur sapendo che facendola se la prende nel culo. La fa perchè E' BENE.
Tipo che non ti fai dare le paste nonostante le vorresti per inzuppare il dito nella panna. E non te le fai dare perchè NON SARESTI UNA BIMBA D'ONORE.

Sì, per tornare al discorso iniziale, in quel momento ho sentito che c'era speranza per l'umanità.
E sì, lo so che l'adolescenza, gli Shokky Bands e Dolce e Gabbana sicuramente si porteranno via tutto il proto-kantismo di questa bambina.
Ma io sono uno che non dimentica, ricordate? E questa non me la dimentico finchè campo.

3 commenti:

  1. Certo che tua figlia e' parecchio sveglia! :D
    E anche molto dolce, me la immagino con il ditino nella panna con il visetto mezzo sorridente mezzo colpevole...
    Avere una famiglia comporta doveri da molti punti di vista. E questo e' il classico luogo comune del cazzo. Ma anche mettere a frutto le proprie doti (si, insisto) é, a suo modo, un dovere. Suona strano? Bisogna sempre provare a migliorarsi o no? Creare vignette per far ridere noi dara' pure soddisfazione, ma credo ci siano altre vie che oltre alla soddisfazione diano anche frutti diversi. Cosi' quando la figlia di tua figlia le chiedera':"Mamma, perche' noi non abbiamo un azienda?" lei magari rispondera': perche' il nonno era talmente bravo che oltre a far divertire un sacco di gente ha guadagnato tanti soldini tutti da solo!". Che poi il denaro si, non fa la felicita', ma ad averne un po' di piu' si perde meno tempo a decidere quale lavatrice nuova comprare..

    RispondiElimina
  2. Non so sciare, non so giocare a tennis, nuoto così così ma ho "il senso della frase"
    (Andrea G. Pinketts)

    RispondiElimina
  3. E' bella la mia nipotina!!!

    E cmq appoggio in pieno la cara Lennistra!

    Va' a lavurà!!!

    RispondiElimina