venerdì 7 gennaio 2011

Il Comunista dentro lo specchio

Pensavamo di avere già abbastanza problemi.
Tipo l'influenza che gira, diventi un comatoso per una settimana e manco una parola sui giornali: cazzo l'anno scorso pareva doveva finire la civiltà umana come la conosciamo per colpa degli starnuti dei maiali.
Tipo che non ci sta lavoro e se c'è fa cagare, e anzi, più fa cagare più ti pagano, e se invece è un lavoro che ti piace allora al massimo ti tocca il rimborso spese, perchè già sei fortunato che fai un lavoro che ti piace, che vuoi esser pure pagato?
Tipo che respiriamo la roba che abbiamo buttato ieri nell'immondizia, solo che è più pratico pagare l'Enel per incenerirla e spedirla bella sminuzzata dentro ai polmoni. A questo punto mi metto direttamente le cicche di sigaretta nell'aerosol, perlomeno risparmio sulla bolletta.
Tipo che c'è la crisi economica e i poveri banchieri là rischiano seriamente di fallire, quindi dobbiamo assolutamente salvarli pagando col sangue perchè, se falliscono, allora ci toccherà pagare col sangue. (Sì, mister Semplificazione dice bene, gente, la crisi è questa: paghiamo sangue per non dover pagare sangue.)

Insomma non è che avessimo bisogno di altri problemi.
E invece no, uno non fa in tempo a risolverne uno che subito se ne presenta un altro, come i mostri dei videogiochi, vero Giulio?
Infatti, a quanto pare, i Comunisti esistono ancora. Sì, avete capito bene: esistono ancora, e tutte quelle favole sulla caduta del muro di Berlino non sono altro che disinformazione bolscevica.
Ringraziando il caro Silvio per avermi avvertito, sono passato alla Retcon 2, e mi chiedo sillogisticamente:
I Comunisti esistono ancora
i Comunisti sono tra noi...

ergo, dove cazzo stanno i Comunisti?
Dovranno pur nascondersi da qualche parte, ed io li troverò, fosse l'ultima volta che faccio prima che mi uccidano sparandomi nelle orecchie l'Internazionale presa dalla soundtrack di Roky 4.
E così, prima di tutto, ho setacciato ben bene casa: sotto i letti, negli armadi, nel sottotetto, ho aperto pure il cassetto di Eta Beta*. Dopo aver bonificato per bene casa (ma non ne ho visti, almeno per ora), sono uscito con le antenne dritte e l'occhio vigile.

Sull'autobus ero bello e seduto sul sedile per obesi (non sono obeso, contrariamente a quello che dice mia moglie, è che mi piace stare largo). Ad un certo punto è arrivata una spregevole vecchietta con due buste della spesa e una stampella sotto braccio, chiedendomi se per caso le cedevo il posto.
DIN DIN DIN ha fatto il mio cervello. Eccola, sta stronza, proprio il tipico atteggiamento subdol-comunista. Voleva togliermi quello che mi ero onestamente guadagnato col sudore della fronte, con la scusa dell'infermità! Ma vai a lavorare, comunista dei miei coglioni! Però mi sono alzato lo stesso.

Poi al supermercato ho comprato il puzzle di Peter Pan per mia figlia, che costava solo 5 euro e 99 centesimi. Vado lì alla cassa, sbatto una banconota da 10 sul bancone e la cassiera mi da' solo 4 euro di resto. Tipico dei comunisti, prendersi i soldi di noi lavoratori senza dare una fottuta spiegazione. Dannazione, ma sono proprio ovunque. Dov'è il mio centesimo di resto? Però non gliel'ho detto e me ne sono andato.

Al bar mi metto a sfogliare il Corriere dello Sport mentre aspetto il caffè. Quando è pronto, mi avvicino al bancone per prenderlo e quando torno trovo un tizio in cachemire (sì, proprio in cachemire!) che se l'era messo a leggere. Maledetti comunisti! Non puoi distrarti un secondo! Ridammi il mio giornale, ero arrivato prima io, merdosissimo mangiabambini! Però ho bevuto il caffè e sono tornato a casa.

Sono passato al cesso e mi sono guardato allo specchio. Il tizio dall'altra parte c'aveva una faccia da bolscevico, con la barba incolta e i vestiti rimediati in qualche outlet!
Possibile che io stesso sia un Comunista senza essermene accorto?

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