martedì 18 gennaio 2011

Generazione B


Sarà che è un periodo che si lavora (e meno male), ma qui al Grande Inquisitore non riusciamo più a tener dietro ai titoloni dei giornali (diciamocelo, fa un pò specie guardare quelle prime pagine, dove una volta si scriveva roba tipo "E' scoppiata la Guerra", "è caduto il muro di Berlino", e trovarci frasi tipo "Berlusconi: mi piacciono le donne, c'aggia fà?"), alle inchieste della magistratura comunista (e lo sappiamo bene che l'unico comunista buono è il comunista che ti regala un lettone), all'aumento dei prezzi dei pompini (una volta era 50 bocca e 100 ammore, ma a quanto pare l'inflazione è 'na livella).
Che poi uno dice che stai sempre a parlare di Berlusconi, e Silvio qua, e Silvio là. Ma vi prego di capirmi. Quelli della mia generazione Silvio ce l'hanno nel sangue (e poi dice che i salassi non servono a niente). Il nostro cuore di fanciulli non faceva Bum Bum, faceva Bim Bum Bam (e ci siamo salvati: oggi farebbe Bunga Bunga).
Avevo 6 anni quando, nel 1983, andò in onda la prima puntata di Drive In. Psicologi e pedagoghi ci insegnano che a 6 anni i bambini cominciano a "realizzare e stabilire associazioni e collegamenti fra gli eventi, è in grado di capire che a determinate azioni ci sono sempre delle conseguenze prevedibili."
Così imparai un sacco di cose.
Imparai per esempio che non importa quale cazzata spari, se è seguita da una risata registrata vuol dire che è divertente. Per esempio un tizio vestito da peluche con la voce alterata che grida "PIPPO PIPPO PIPPO" fa evidentemente scompisciare dal ridere. Fa talmente ridere che le risate del pubblico non possono rendere l'idea di quanto faccia ridere, e quindi c'è bisogno delle risate registrate. Allora se a te non pare divertente significa che lo strano sei tu, cazzo. Quindi tappati il cervello e RIDI.
Poi imparai che le tette di mia madre non erano poi sto granchè. Quelle lì che si vedevano su Drive In dovevano senz'altro contenere quantità maggiori di latte, e magari lo conservavano pure meglio. Beninteso, non che a 6 anni io poppassi ancora, ma c'era mio fratello minore che era in piena furia succhiatoria.
Imparai che contrariamente a quanto mi andavano raccontando tutti gli adulti che si occupavano di me in quel periodo, portare le mutande infilate tra le chiappe non è disdicevole. Ma solo per le donne. Se porti le mutande infilate tra le chiappe puoi anche non metterti i pantaloni.
Imparai inoltre che i Drive In sono pieni di donne quasi nude. Io manco lo sapevo che roba era un Drive-In. Quando mi andai ad informare (ero un bimbo curioso) scoprii che si trattava di questi cinema all'aperto che stavano solo in America, dove la gente guardava i film in macchina. Quindi pensai che l'America dovesse essere un posto molto caldo per andare in giro sempre mezzi nudi. Da qui ad associare mentalmente l'America alle donne mezze nude fu un passo breve. E non so perchè, ma cominciai a voler tanto andare in America.
Imparai, infine, in una tragica catena di associazioni mentali, che guardare le donne mezze nude in televisione era un'attività che si poteva fare a tavola davanti ad un bel piatto di maccheroni con la salsa. Con il papà e la mamma vicini.
Le donne mezze nude mi parevano un condimento migliore del parmigiano.
E la cosa migliore (o peggiore?) è che non sapevo perchè. Avevo 6 anni, cazzo. La cosa più vicina ad un'erezione che avessi mai visto in vita mia fu quando tirai su una torre di Lego più alta di me.

Non era una trasmissione per impuberi. E vi assicuro che non è bello quando la testa inizia a tirarti verso le femmine prima che incominci a farlo l'uccello. Vuol dire che non è il momento giusto. Non lo è affatto.
Ecco, noi della Generazione B abbiamo cominciato così. Con erezioni mentali. E abbiamo proseguito peggio: ma ci torneremo!

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